Annuncio shock: via il fact checking da Meta

[gio 9 gennaio 2025]

Zuckerberg comunica in un video la rinuncia al fact checking su Meta. Cosa succederà?



E di questi giorni una notizia che ha sorpreso non poco l'opinione pubblica. Alla vigilia dell'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, per il suo secondo mandato da Presidente delgi Stati Uniti d'America, Mark Zuckerberg annuncia in un video che è in programma una serie di modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti sulle piattaforme Meta. Tradotto: via il fact checking da tutti gli strumenti che fanno parte dell'universo Meta, Facebook su tutti.  

Che cos' è il Fact Checking

Il fact-checking, è stato introdotto alcuni anni fa, (ironia della sorte la prima notizia che fu sottoposta al controllo, nel lontano 2017, e ritenuta potenzialmente falsa, riguardava proprio Trump) al fine di porre un freno o, quanto meno, analizzare con maggiore attenzione la circolazione delle cosiddette fake news all'interno di Facebook e Instagram. L'attività di vigilanza è affidata ad aziende terze e quotidiani accreditati dall'International Fact-Checking Network, i fact-checker, scelti per valutare l'affidabilità e la credibilità delle informazioni diffuse in rete tramite post ritenuti fuorvianti o, addirittura, palesemente falsi. 

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I fact-checker analizzano i post e, se lo ritengono necessario, applicano un’etichetta che avvisa gli utenti che il contenuto verificato potrebbe essere fuorviante. I contenuti attenzionati non vengono in nessuno modo oscurati, ma solo evidenziati come potenzialmente falsi così da mettere i guardia l'utente e invitarlo ad approfondire la veridicità o meno della notizia. 

L'obiettivo di questa attività di controllo è mirata a cercare d'informare, anche attraverso i social media, dove chiunque può scrivere qualcunque cosa, in modo corretto e non sviante, soprattutto nei confronti di un'utenza poco skillata o facilmente manipolabile. In sostanza, il fact checking persegue obiettivi nobili, mettendo in allerta l'universo social dal pericolo delle fake news e garantendo un'informazione verificata e affidabile. 

Oggi il paradigma è stato completamente sovvertito e lo sesso Zuckerberg ha dichiarato che la sua scelta di porre fine a questo meccanismo va in direzione di una maggiore garanzia per la libertà d'espressione per la lotta alla censura. "I fact-checker sono troppo politicamente di parte e si è arrivati a un punto in cui ci sono troppi errori e censura". -afferma Zuckerberg nel video di un paio di giorni fa e, ricarando la dose: "Stiamo eliminando una serie di restrizioni su argomenti come l'immigrazione, l'identità di genere e il genere". Toni e concetti che ricalcano non poco lo stile del neo presidente eletto e del suo ormai inseparabile braccio destro Elon Musk

Le reazioni dei fact checker alla notizia 

"Colti alla sprovvista". Così si sono deifniti le aziende terze, i partner e le organizzazioni che hanno svolto per quasi dieci anni l'attività di fact cheking sulle piattaforme Meta

"Abbiamo appreso la notizia nello stesso modo di chiunque altro – racconta Alan Duke, cofondatore e direttore del sito di fact-checking Lead stories, che ha iniziato a collaborare con Meta nel 2019 –. Senza alcun preavviso". Continua Duke: "E' stato deludente sentire il capo di Meta accusare le organizzazioni responsabili del programma statunitense di fact-checking dell'azienda di essere troppo politicamente schierate. Lead stories si attiene ai più alti standard giornalistici ed etici richiesti dal codice di principi dell'International fact-checking network. Verifichiamo i fatti senza tener conto della posizione politica espressa da un'affermazione falsa".

Il suo punto di vista è stato ribadito da Kristin Roberts, responsabile dei contenuti di Gannett media, società che possiede un altro partner di Meta per il fact-checking, USA Today. "Il giornalismo basato sui fatti è ciò che USA Today sa fare meglio - ha scritto Roberts in una dichiarazione - La verità e i fatti servono a tutti, non alla destra o alla sinistra, ed è ciò che continueremo a fare".

"Siamo stati colti alla sprovvista" - spiega a Wired US Jesse Stiller, direttore generale di Check your fact, partner di Meta per il fact-checking. "Per noi è stato del tutto inaspettato. Non sapevamo che questa decisione fosse sul tavolo finché Mark non ha pubblicato il video da un giorno all’altro" - aggiunge Stiller.

La sensazione è unanime, l'amarezza anche. Almeno negli States.

Ora cosa accadrà?

Il piano di Mark Zuckerberg è quello di affidarsi a un modello simile alle Community notes di X che permettono agli utenti stessi di segnalare i contenuti che ritengono imprecisi o che richiedono ulteriori spiegazioni con la correzione o l'aggiunta di elementi di contesto alle informazioni considerate false. Un metodo, questo, che ha già avuto il plauso dell'addetto all'efficienza di Donald Trump con un entusiasmante: "È fantastico"

L'eliminazione del fact checking coinvolgerà gli Stati Uniti già dai prossimi mesi, mentre in Europa, Meta ha assicurato che i programmi di fact-checking rimarranno operativi almeno fino a tutto il 2025, grazie anche agli obblighi imposti dal Digital Services Act (è un regolamento dell'Unione Europea per modernizzare e ampliare la Direttiva sul commercio elettronico 2000/31/CE in relazione ai contenuti illegali, alla pubblicità trasparente e alla disinformazione). 

Benvenuti nell'America di Donald Trump. 

La Redazione


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