C'è chi lo osanna e chi lo diprezza, chi ne esalta le qualità e chi ne sottolinea i limiti umani e privati. C'è chi vede nelle sue creature un esempio d'innovazione e di progresso tecnologico all'avanguardia, c'è chi si preoccupa della questione morale. C'è chi lo ama e chi, solo a sentire il suo nome, storce il naso. Stiamo parlando di Elon Musk una delle figure più brillanti e allo stesso tempo controverse del nuovo millennio, un uomo dai mille volti, alcuni dei quali avvolti da un chiaroscuro non sempre così schietto.
Musk è l'uomo di Tesla, Musk è l'uomo di Space X, Musk è l'uomo di Starlink, realtà create e volute per portare avanti l'ideale alto di migliorare il mondo e l'umanità attraverso la lotta al riscaldamento globale, investendo, per esempio, sulle energie rinnovabili, fino alla scelta di credere in un progetto per fondare una colonia umana su Marte come antidoto al rischio di estinzione umana causata da possibili catastofi naturali. Roba da The day after Tomorrow, dal sapore hollywoodiano, ma l'idea è andata ben oltre il copione di un film, trasformandosi in qualcosa di concreto e reale, almeno nella sua profonda volontà di realizzarla.
Musk è anche l'uomo che, dichiaratosi per metà democratico (sui temi sociali) e per metà repubblicano (sulla fiscalità) ha, però, manifestato il suo sostegno, quantomeno economico, a Trump, promettendo di regalare 45 milioni di dollari al mese all’America Pac, il super comitato che punta a convincere gli elettori a votare in anticipo, soprattutto nei cosidetti Swing States, lì dove lo scarto tra i due candidati è minimo e buon investimento potrebbe davvero fare la differenza nel contrastare la campagna di Joe Biden.
Questo è il riassunto della personalità di Elon Musk. Ripercorriamo insieme le tappe più rilevanti della sua vita privata e professionale che lo hanno portato a diventare il secondo uomo più ricco al mondo con un patrimonio stimato, secondo la rivista Forbes, al 19 febbraio 2024, in 205,2 miliardi di dollari.
Elon Musk nasce a Pretoria in Sud Africa il 28 giugno 1971 da una famiglia piuttosto facoltosa: la madre è una modella canadese, il padre un ingegnere elettromeccanico, pilota ed ex co-proprietario di una miniera di smeradli in Zambia. Inoltre, le sue origini sono multietniche, il nonno paterno era americano mentre la nonna materna britannica. Precocissimo, Musk mostra un talento particolare per la programmazione che impara da solo, a 10 anni, utilizzando un Commodore VIC-20 e appena due anni dopo vende a una rivista per 500 dollari un codice creato da lui per un videogioco. Il gioco si chiamava Blastar e una sua versione web esiste ancora oggi online.
Il suo obiettivo dopo il diploma e dopo un'adolescenza trascora a Pretoria, tra scuole private e pesanti atti di bullismo subiti, è stabilirsi negli Stati Uniti, così, non ancora diciottenne, dopo aver ottenuto la cittadinanza tramite la madre, si trasferisce in Canada. Da lì raggiungere il sogno americano sarebbe stato più facile. Il sogno si avvera l'anno seguente quando viene accettato all'Università di Ontario. Il rapporto tra Musk è gli studi universitari sarà, però, sempre piuttosto movimentato e si concluderà con il trasferimento all'Università della California per iniziare un dottorato in fisica applicata e scienza dei materiali alla Stanford University. Il dottorato avrà vita breve (appena due giorni) Musk abbandona perché vuole concentrasi sulle sue ambizioni imprenditoriali e sulla voglia di conoscere l'ignoto, esplorando lo spazio.
Il 2002 è l'anno della svolta per il ragazzo di Pretoria: ottiene la cittadinanza americana e fonda Space X, la sua compagnia (non la prima) ma sicuramente la più importante. L'obiettivo di SpaceX è sviluppare un'architettura per il trasporto interplanetario di massa completamente riutilizzabile chiamata Starship. Inoltre, la società si occupa anche di rifornire la Stazione Spaziale Internazionale per conto della Nasa tramite il lanciatore Falcon 9 e la capsula Dragon. Restanto in tema, non possiamo non citare Starlink, una costellazione di satelliti prodotta e gestita sempre da SpaceX, che vorrebbe, invece, realizzare l'ambizioso progetto di fornire connessione internet ad alta velocità e bassa latenza a tutto il pianeta.
Il 2004 è l'anno di Tesla, una società multinazionale specializzata nella produzione di veicoli elettrici e di pannelli solari. Ben presto questa diventa la sua attività principale, tanto che il nome di Tesla e quello di Elon Musk diventano inscindibili. Tuttora ne è CEO e product architect. Pur rimanendo Tesla il cuore pulsante della sua attività imprenditoriale, i movimenti di Musk sono febbrili e le società si susseguono, da Open AI insime a Sam Altman, all'acquisto di Twitter, rinominato X, fino alla più recente xAI che debutta il 3 novembre ed è specilizzata nello sviluppo dell'intelligenza aritificiale generativa e, di questi tempi, non poteva essere altrimenti.
Elon Musk nel coso dei suoi appena 53 anni di vita ha ricevuto molti riconoscimenti per la sua attività, come il Werner Von Braun Award della National Space Society e l'American Institute of Aeronautics and Astronautics lo ha insignito del premio George M. Low Space Transportation Award per il "contributo più rilevante nello sviluppo di sistemi di trasporto spaziale commerciale, usando innovativi approcci a basso prezzo".
Non sono mancate, però, anche le critiche, soprattutto durante il periodo della pandemia per le sue posizioni al limite del complottismo e per il suo rifiuto di far seguire alle aziende di cui era a capo le misure sanitarie previste per contrastare il contagio del virus. Piuttosto opinabile è anche il suo rapporto con le donne e alcune sue posizioni di politica estera (ricorderete tutti la bufera sul suo post su X che gli è valsa la pesante accusa di antisemitismo e a cui è seguito, addirittura, un tour di scuse in cui si è definito "un aspirante ebreo").
Una figura imponente e ingombrante, quella di Elon Musk, di cui sentiremo parlare ancora a lungo, facendo bene attenzione, però, nello scindere l'uomo dal magnate visionario, perché in questo caso, non isolato, la grandezza di ciò che si fa non sempre è proporziale a ciò che si è. Può esserci una differenza anche abbastanza netta.
La Redazione