Rincaro iPhone in Italia per i dazi di Trump? Possibile

[mar 8 aprile 2025]

La discussa politica di dazi di Trump potrebbe influire sul prezzo degli iPhone anche da noi.



Mettiti comodo e ascolta!

L'effetto della controversa politica dei dazi di Trump, annunciata nemmeno una settimana fa, esattamente il 2 aprile scorso, è paragonabile a una deflagrazione. In primis è stata la Borsa a reagire con un crollo vertiginoso che ha interessato le due sponde dell’Atlantico. Il boato più forte è stato quello di Wall Street, che, dopo un’apertura già in forte calo, è peggiorato ancora. Stessa sorte per Francoforte, Parigi, Londra e Piazza Affari a Milano, tutte in rosso a poche ore dalla chiusura, all'indomani delle dichiarazioni del Presidente Usa che ha reso noti i nuovi dazi imposti dall'America del tycoon sui prodotti importati.

E mentre l'UE prepara inevitabili contromisure, per contrastare la guerra commerciale innescata da Trump, e alla Casa Bianca i rapporti idilliaci tra il tycoon e il suo braccio destro, Elon Musk, sembrerebbero essersi incrinati (il papà di Tesla avrebbe chiesto al presidente Usa di rivedere la politica dei dazi), ci s'interroga su quali saranno le conseguenze per l'utente finale dell'inevitabile aumento dei prezzi di alcuni prodotti iconici. Parliamo, tra gli altri di iPhone, il classico di Cupertino, che verosimilmente potrebbe subire rincari fino a uno sconvolgente +43%

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Andiamo per ordine. La nuova discutibile politica voluta da Trump riguarda molti prodotti d'importazione e, in particolar modo, è il segmento hi-tech a farne le spese. Il motivo è presto detto: la maggior parte dei componenti e l'assemblaggio dei dispositivi più popolari, iPhone inclusi, sono in Cina e proprio la Cina ha ricevuto il pesantissimo dazio del +54% sull'importazione. Se la Cina sembra essere stata catalogata come il nemico pubblico numero uno, vedi il caso del ban nei confronti di TikTok, Trump non ha risparmiato anche altri paesi strategici per la componentistica e l'assemblaggio: Vietnam +46%, India +26%,  Malesia +24%, Thailandia +36%, tutti noti fornitori della Sylicon Valley, oltre all'Europa con il suo +20% dove sono presenti stabilimenti in cui vengono assemblati alcuni modelli di iMac

E' chiaro come decisioni di questo genere non possono non influire sui prezzi degli smartphone Apple. Secondo gli analisti Rosenblatt Securities, l'aumento dei prezzi potrebbe arrivare fino a uno spaventoso +43% negli Stati Uniti. Tanto per fare un esempio: iPhone 16 passerebbe da 799 a 1142 dollari e il top di gamma iPhone 16 Pro Max da 1TB salirebbe da 1600 a 2300 dollari. Questo negli USA. E in Italia? Gli aumenti sono probabili e andranno in proporzione.

Dalla J.P. Morgan sono ottimisti, ipotizzando un rincaro per tutti i prodotti di Cupertino con un ritocco dei listini di un +6%, negli Usa. Da noi si tradurrebbe in un prezzo finale che lieviterebbe di 30, 50 euro in base ai vari modelli di iPhone. Due sono le strade percorribili per evitare che il costo finale dei device della Mela lieviti troppo. La prima opzione, difficilmente realizzabile, soprattutto nel breve periodo, è quella di produrre in Usa, proprio come vorrebbe Trump. La seconda più credibile è quella immaginata dalla Morgan Stanley: Apple potrebbe correre a fare scorta di modelli, soprattutto quelli di fascia alta, per limitare al massimo il rincaro. 

Tante ipotesi, un'unica certezza: i dazi di Trump non piacciono a nessuno. Siamo sicuri che sia questo il modo di "Make America great again"? 

La Redazione

 

 

 


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