Nella nostra rubrica settimanale dedicata ai guru della tecnologia non poteva mancare lui, l'inventore del Macintosh, il fondatore di Apple, il visionario ragazzo californiano che, partito da quel garage di Mountain View, ha riscritto le regole dell'informatica, intuendo per primo le potenzialità del mouse e dell'interfaccia grafica. Stiamo parlando di lui, di Steve Jobs, ovviamente, il genio che ha cambiato per sempre l'idea di personal computer, prima, con il suo Mac, e dello smartphone, poi, con il suo iPhone, passando per gli amatissimi iPod e iPad.
Scopriamo insieme chi era, al di là del racconto che ne ha fatto il cinema, nel 2013 con il film Jobs, in cui ad interpretarlo c'è un giovane Ashton Kutcher e, appena due anni dopo, nel 2015 con Steve Jobs, in cui un Jobs più maturo ha il viso del talentuosissimo attore irlandese Michael Fassbender. I film, soprattutto il secondo, si sono concentrati sui successi di Jobs, sì, ma hanno realizzato soprattuto il ritratto dell'uomo, al di là del genio, mettendone in evidenza limiti e comportamenti controversi, luci ed ombre di una delle personalità più influenti a cavallo tra i due secoli.
Forse non tutti sanno che il nostro guru di oggi nasce a San Francisco il 24 febbraio del 1955 con il nome di Abdul Latif Jandali da madre statunitense di origini svizzere e tedesche e padre siriano. Il bambino viene, però, presto adottato da una coppia, lei contabile, lui meccanico, di Mountain View, nella contea di Santa Clara in California. Così prenderà il nome di Steve e verrà educato alla fede cristiana luterana. Diplomatosi nel 1972 all'istituto Homestead di Cupertino, s'iscrive al Reed College di Portland, salvo, però, abbandonarlo dopo solo un semestre. Le sue intenzioni erano altre e il campus del college non era il luogo giusto per realizzare i suoi sogni. A differenza di Mark Zuckerberg che proprio nelle stanze di Harward ha creato Facebook.
Il 1974 è è l'anno della svolta, in cui Jobs, complice anche il proficuo rapporto con un suo amico di vecchia data, Steve Wozniak, con cui aveva participato a diversi club di elettronica, inizia a dare concretezza alle sue idee. Al tempo il futuro papà di Apple (lo sarebbe diventato di lì a breve) lavorara alla Atari, mentre Wozniak era dipendente dell'Hewlett-Packard.
I due decidono di abbandonare i rispettivi incarichi per mettersi in proprio, fondando il 1 aprile del 1976 lei: la Apple Computer. Della società agli inizi faceva parte anche un altro socio, Ronald Wayne, un collega di Jobs in Atari, che però lascerà la società quasi subito, rinunciando al suo 10%. Chissà se riesce a dormire la notte, ripensando al suo errore madornale di tanti anni fa.
Come nel miglior racconto del sogno americano, l'avventura di Apple Computer parte da un garage, quello dei genitori di Jobs a Mountain View e con i primi soldi ottenuti dalla vendita di un pulmino Volkswagen di Jobs e di una calcolatrice di Wozniak. Qui i due lavorano al loro primo computer l'Apple I, poi, grazie a un finanziamento di 250mila dollari in cambio di un terzo di Apple, da parte dell'industriale Mike Markkula, lanciano nel 1977 l'Apple II con vendite che toccano il milione di dollari. Appena 3 anni dopo, nel 1980, Apple viene quotata in borsa e il suo valore è di ben 256 milioni di dollari.
Dopo alcuni anni controversi, caratterizzati anche da diverse battaglie legali, arriva l'anno, forse, più importante nella storia di Apple. E' il 1998 e sul mercato sbarca l'iMac, un modello di personal computer cosiddetto all-in-one, lo schermo e le altre componenti sono tutte incluse nel telaio del computer. Inizialmente accolto con scetticismo, di lì a poco l'iMac seduce irrimediabilmente tutti: tutti vogliono avere un iMac e il pc con delle fattezze mai viste prima diventa uno status symbol. I negozi disseminati in tutto il mondo sono 511. Una nuova era è iniziata, un'era targata Apple con i suoi prodotti di massa.
Nel 2001 questa nuova direzione vincente presa dall'azienda, nella ideazione e creazione di prodotti di largo consumo, si rafforza ulteriormente con il lancio dell'iPod, un lettore digitale di musica che, nell'anno della sua nascita, diventa il lettore musicale più venduto al mondo, con una quota di mercato superiore all'80%. Arrivamo al 2007, i più grandi tra noi lo ricordano molto bene, perché in quell'anno, dopo aver cambiato per sempre il concetto di personal computer, Jobs cambia quello di smartphone lanciando il primo di una lunghissima serie di iPhone, il melafonino con schermo multitouch a cui ancora oggi non possiamo rinunciare.
Steve Jobs si ammala di cancro al pancreas nel 2003 e morirà nel 2011 a soli 56 anni nella sua casa di Palo Alto, in California. Viene sepolto nell'Alta Mesa Memorial Park insieme ad altri imprenditori dell'alta tecnologia informatica.
Queste le parole più ispirate tratte del celebre discorso pronunciato da Steve Jobs durante una visita agli studenti dell'Università di Stanford il 12 giugno del 2005 "Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Siate affamati, siate folli, perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero."
Parole destinate a diventare un mantra, un incoraggiamento a pensare sempre in grande dette da un uomo che ha riscritto la storia dell'informatica, regalando ai posteri device iconici e tracciando una nuova via nell'utilizzo dei dispositivi tecnologici. Oggi non è possible pensare a un mondo senza un Mac o un iPhone. Oggi non è possibile non ricordare quelle parole di un uomo geniale, uno degli ultimi inventori del secolo scorso.
La Redazione