Di banda ultra larga in Italia e del suo impegno per raggiungere gli obiettivi previsti se ne parla da tempo e, stando alle ultime notizie in merito, il lavoro che il Paese sta facendo sembra portare verso la giusta direzione e anche in tempi piuttosto rapidi. In base al report pubblicato dalla Commissione Europea, ci sono probabilità medio-alte per l'Italia di conseguire gli obiettivi di connettività del piano BUL (Banda Ultra Larga) entro i tempi prestabiliti e in linea con i parametri fissati dal Gigabyte Society 2025 e al Digital Decade 2030.
Secondo la valutazione fatta dall'Istituzione, infatti, l'Italia si colloca circa a metà della classifica dei 27 Stati membri e perfettamente in armonia con quanto fatto e da fare anche dagli altri stati europei. Le possibilità di adempiere al piano per la banda ultra larga per quanto concerne il target accesso a 1 Gbps (download/upload) per tutte le scuole, gli hub del trasporto, i principali fornitori di servizi pubblici e le imprese ad alta intensità digitale, dunque, sono alte o medie per molti di loro, Italia compresa. A sorpresa fanalino di cosa sono dei paesi insospettabili come la Germania, l'Austria, il Belgio e la Grecia.
Buone notizie arrivano anche sul fronte 5G: l’Italia è ben posizionata sul parametro di connettività mobile con una "copertura 5G senza interruzione per tutte le aree urbane e le principali strade e tratte ferroviarie” – emerge dal report. Inoltre, risulta medio-alta la probabilità dell'Italia di centrare l’obiettivo del Digital secade 2030 per la connettività Gigabit per tutti e 5G in tutte le aree più popolose.
Nonostante, però, le rosee previsioni e la valutazione più che incoraggiante della Commissione Europea per l'Italia permangono alcuni criticità. Per esempio, l'accesso a velocità di download di almeno 100 Mbps con possibilità di upgrade a 1 Gbps per tutte le famiglie risulta ancora piuttosto lontano per noi come per molti altri Stai membri. In Italia, infatti, la copertura della banda ultra-larga fissa è del 53,7% delle famiglie, mentre la media europea è del 73,42%. Però siamo in continua crescita di ben il 20% dal 2021.
Inoltre, l’Italia soffre anche per un profondo divario tra la copertura urbana e quella delle aree rurali: solo il 26% delle zone di campagna è raggiunto dalla fibra ottica. Un dato su cui è necessario lavorare.
Questo ritardo non è imputabile, però, solo a responsabilità interne al nostro sistema paese, alla sua topografica fatta di molte catene montuose e piccoli paesi spesso isolati, ma è più generalizzato e riguarda molti dei 27 Stati dell'Unione. La colpa è di investimenti ancora non troppo strategici e insufficienti e la difficoltà di portare la fibra ottica nelle zone più perifefriche e rurali.
Ci sono, quindi, ancora molte sfide da vincere come crescere sulla copertura delle reti Vchn (Very High Connection Network), semplificare le procedure amministrative e migliorare il coordinamento tra i vari enti per accelerare il processo d'installazione dell’infrastrutture di rete a banda ultra larga, oltre ad agire in modo sinergico per aumentare la diffusione delle competenze digitali e l’utilizzo di internet tra la popolazione. Il lavoro da fare è ancora tanto ma siamo sulla strada giusta.
La Redazione