Il valore dei cavi sottomarini per la fibra ottica

[lun 28 aprile 2025]

Come salvaguardare la spina dorsale della connettività in fibra ottica: l'impegno globale per i cavi sottomarini



Mettiti comodo e ascolta!

 

Qual è il mezzo per eccellenza attraverso il quale passa la connettività digitale globale? La risposta potrebbe essere scontata per molti ma non per tutti, soprattutto per chi nella vita si occupa di tutt'altro e ha interessi che non includono necessariamente il mondo della telecomunicazione. Ecco, lo diciamo a loro e o lo ricordiamo a noi: sono i cavi sottomarini a costituire la spina dorsale sia per la connettività Internet che per i sistemi di comunicazione a banda larga
 

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I dati parlano chiaro e sono a prova di smentite: oltre il 99% del traffico dati intercontinentale passa attraverso i cavi posti sul fondale oceanico e che costituiscono un'infrastruttura di rete solida e fondamentale per garantire la trasmissione di dati. Il valore strategico dei cavi sottomarini è scontato e la loro salvaguardia altrettanto indispensabile, soprattutto considerando due rischi concreti che potrebbero correre, rappresentati da possibili sabotaggi e dal cambiamento climatico
 

Cambiamento climatico  

Quando si parla di rischio climatico legato alla salvaguardia dei cavi sottomarini, sicuramente una delle zone più sensibili è l'Asia, un hub di vitale importanza per la rete globale, considerando che solo in questa regione ci sono ben 12 importanti cavi sottomarini. Le stime riportate da Telecom Review Asia indicano che se lo scenario non dovesse mutare, il cambiamento climatico potrebbe influire negativamente sul PIL di tutta l'area dell'Asia-Pacifico del 16,9% entro il 2070, con ripercussioni pesanti su Paesi, come il Vietnam, che potrebbe perdere fino al 30% del suo prodotto interno lordo.

A complicare ulteriormente la questione e a mettere a dura prova la stabilità dei cavi sottomarini ci pensano i tifoni che, proprio a causa del cambiamento climatico, sono più frequenti e più intensi, l'aumento del livello del mare e della sua temperatura media.

Tutti questi fattori influiscono sul buono stato dei cavi sottomarini e sul loro instradamento moltiplicando i possibili guasti. Ovviamente, le soluzioni per far fronte al problema esistono e, su tutte, la scelta di diversificare e pianificare strategicamente i percorsi dei cavi sottomarini è la più valida. Vediamo come i vari progetti a livello globale pensano di agire per salvaguardare il valore strategico ed economico della rete sotto i mari attraverso, appunto, la diversificazione:

  • Progetto Waterworth di Meta: annunciato a febbraio di quest'anno, riguarda il cavo sottomarino da record da 50.000 km, più lungo della circonferenza terrestre, che collegherà 5 continenti;
  • Progetto di Google volto a esplorare il collegamento tra Darwin e Singapore attraverso l’Isola di Natale;
  • Asia Connect Cable: progetto previsto per il 2027, aggirerà il Mar Cinese Meridionale, geopoliticamente sensibile, a favore del Mare di Giava;
  • Progetto di cavi Sea-Me-We 6 di Hmn Technologies che sta sviluppando cavi sottomarini capaci di resistere meglio a condizioni ambientali difficili, come temperature estreme, forti correnti e potenziali attività sismiche subacquee.

E' chiaro che tutte queste operazioni devono essere supportate da un sistema puntuale di monitoraggio in tempo reale anche con l'aiuto dell’intelligenza artificiale, di controlli umani e sensori subacquei.

Sabotaggi 

Non solo il rischio climatico può rappresentare una seria minaccia per la buona salute dei cavi sottomarini, anche i possibili sabotaggi ne possono compromettere il funzionamento. Qui si entra in un impasse legislativo di non poco conto. Il diritto internazionale del mare, infatti, non fornisce agli Stati costieri un’autorità sufficiente per rispondere efficacemente alle possibili attività di sabotaggio al di là delle loro acque territoriali.

Per cercare di trovare la quadra, sia la Commissione europea che l’Alto rappresentante per gli affari esteri hanno proposto che l'intero impianto giuridico per l’intercettazione delle navi dovrebbe essere rivalutato per migliorare la sicurezza dei cavi sottomarini, in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

La Nato dal canto suo, invoca l’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, quindi, la difesa collettiva, nel caso le conseguenze non fisiche a lungo termine, esito di campagne di sabotaggio strategico coordinate contro i cavi sottomarini, possano essere considerate alla stregua di un attacco armato e, quindi, giustificare una risposta.

Il dibattito resta aperto. 

La Redazione 

 


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