Una carriera che lascia davvero a bocca aperta, quella del ragazzo arrivato dall’India e approdato in California: “Da ragazzo ho letto più libri sulla Silicon Valley di chiunque. Trasferirmi in California era il mio sogno”. Entriamo in confidenza con Sundar Pichai, il CEO più pagato al mondo, si parla di 100 milioni in un anno nel 2024, che è succeduto a Larry Page, adottando il suo figlio prediletto: Google.
Nato a Madurai, in India, il 10 giungo del 1972, Sundar Pichai proviene da una famiglia modesta, una di quelle che fa i salti mortali per far studiare i figli nelle scuole migliori. Fin da piccolo dimostra un incredibile talento per i numeri e una straordinaria memoria fotografica. Il suo interesse per la la programmazione si manifesta molto presto e in giovanissima età scrive il suo primo software: un gioco di scacchi, la sua passione.
Dopo un’infanzia e una prima giovinezza trascorse nel suo paese natale, Pichai si trasferisce a Kharagpu dove si laurea con ottimi voti in ingegneria dei metalli presso l’Indian Institute of Technology. Segue, dunque, le orme del padre, un ingegnere elettronico. Fervente sostenitore del sogno americano, prosegue i suoi studi negli States, iscrivendosi alla prestigiosa Università di Stanford, dove ottiene il suo primo MBA.
Conclusa la fase formativa, il futuro CEO di Google inizia a muovere i primi passi nel mondo del lavoro. La prima esperienza è come ingegnere presso Applied Materials, multinazionale nel campo di hardware e software, poi diventa consulente amministrativo alla McKinsey & Company.
Il destino di Pichai, però, è un altro, la sua storia, il suo sogno si può e di deve realizzare, ma il luogo giusto affinché accada è un altro, è il digitale. Il suo ingresso in Google avviene nel 2004 all'età di 32 anni. Il suo ruolo appena arrivato nel motore di ricerca più famoso al mondo è lavorare sulla toolbar, la barra di ricerca.
Questi sono anni complessi per l'azienda che si trova a dover fronteggiare un nuovo rivale: Microsoft è pronto ad inserire Bing, il suo motore di ricerca, su Internet Explorer. Questa mossa fa temere per tragici scenari in termini di popolarità e di utilizzo di Google ed è urgente trovare una soluzione. Sarà proprio Pichai ad avere l'idea: creare un proprio browser, Google Chrome. L'epilogo della guerra tra browser la conosciamo tutti ed è proprio grazie alla sua intuizione che Pichai inizia la sua inarrestabile scalata in Google.
Ricoprirà ruoli di prestigio nella gestione di Gmail e Google Maps, e nel 2013 inizierà a guidare il team che si occupa di Android. Il suo nome comincia a diventare tra i più cercati e ossequiati del settore e le aziende (Microsoft inclusa) iniziano a contenderselo. Ma il suo futuro è esattamente lì dove si trova, in Google, l'azienda che lo consacrerà in modo definitivo: nel 2015, dopo circa 10 anni dal suo arrivo, diventa CEO di Google, succedendo al fondatore Larry Page.
Alla guida di Big G, Sundar Pichai è riuscito a traghettare l'azienda verso il futuro con risultati eccellenti, dalla nascita di Alphabet, nello stesso anno, alle più recenti attività collegate allo sviluppo di modelli e strumenti basati sull’intelligenza artificiale, capaci di tenere testa a realtà forti, come OpenAI con il suo ChatGPT e DeepSeek, l'AI cinese.
"Puoi anche essere il CEO della più grande azienda tecnologia al mondo, ma può capitarti di subire le ramanzine di tuo padre. Mi dice che non sono un ingegnere vero, perché non so aggiustargli il computer". Saldamente al comando di Google da 10 anni esatti, a Pichai piace non prendersi molto sul serio e sicuramente ama mantenere i suoi piedi ben piantati a terra.
La Redazione