Personalizza il tuo chatbot ora sullo store di Chat GPT

[lun 22 gennaio 2024]




Via allo shopping sul negozio di Chat GPT per customizzare il tuo chatbot


C'è voluto più tempo del previsto. Il lancio è stato rinviato più volte per cause di forza maggiore (vedi il licenziamento in tronco del CEO di Open AI Sam Altam e il suo altrettanto fulmineo reintegro). Ci si aspettava il suo arrivo entro la fine dell'anno scorso ma così non è stato. Ora finalmente ci siamo. Un grande applauso per l'uscita ufficiale del primo GPT store firmato Open AI. Perché tanta trepidazione, vi starete chiedendo, per l'esordio di un banale negozio virtuale? A dirla tutta, non è il contenitore a suscitare interesse, ma il contenuto, perché al suo interno trovano ampio spazio per muoversi i primi Chatbot personalizzati di mamma Open AI. 

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Per chi non lo sapesse o non fosse del tutto certo delle sue conoscenze, definiamo brevemente chatbot. Il chatbot o chatterbot è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano e, di fatto, costituisce l'anima, le mente e il corpo di ChatGPT incarnando a pieno le potenzialità dell'intelligenza artificiale. Ora, con l'apertura del negozio virtuale, la possibilità di customizzare e,anche, perché no, di condividere Chatbot prende forma in modo ancora più organico. 

A guardarlo da vicino, il fiammante store di Open AI assomiglia più a un'enorme directory, un indice di contenuti, che a una vetrina dove mostrare i propri "prodotti" intangibili (per lo più app, come è ovvio che sia) che siamo soliti vedere con App Store di Apple o Google Play di casa Android. Qui, nello GPT Store, trovano asilo tutti i GPT, nomignolo ormai imprescindibile, che sono stati modificati, istruiti e addestrati e che gli abbonati (al costo di 20 dollari al mese) Open AI possono utilizzare a loro piacimento.

Come usare il GPT store

Abbiamo premesso che il nuovo store di Open AI è una raccolta di chatbot che via via gli autori aggiungono al suo interno. Ma come si crea un GPT personalizzato? Il processo è semplice e non prevede particolari talenti o specifiche conoscenze come, per esempio, sui linguaggi di programmazione. Vediamo come fare step by step:

  • Accedi a ChatGPT;
  • Clicca su Create a GPT: si aprirà una schermata divisa in due, lato costruzione del chatbot e lato anteprima. Questa fase iniziale è molto importante perché è qui che vengono fornite al chatbot le istruzioni necessarie per fagli capire cosa fare e come comportarsi;
  • Crea un'immagine per il profilo del chatbot;
  • Passa alla scheda Configure che si presenta già precompilata e dove puoi aggiungere alcune informazioni aggiuntive per un corretto funzionamento dello strumento;
  • il chatbot è pronto. 

Ora che hai il tuo GPT personalizzato puoi pubblicarlo seguendo questi semplici passaggi:

  • Accedi alla home di ChatGPT; 
  • Cliccat su Explore GPTs;
  • Clicca su My GPTs;.
  • Fai un click sull'icona della matita per apportare le modifiche che ritieni opportune; 
  • Dai un'ultima occhiata alla Preview e passa alla pubblicazione;
  • Clicca su Save, imposta l'opzione di pubblicazione su Everyone e poi, finalmente, seleziona Confirm.
  • Il tuo GPT personalizzato è ora pubblico, disponibile e condivisibile sul GPT store di Open AI.

La domanda che già si stanno ponendo i primi autori che hanno pubblicato i loro GPT personlizzati sullo store è: se e come questo contenuto verrà monetizzato. Su questo aspetto c'è ancora molta incertezza e si dovranno aspettare i prossimi mesi per capire bene come si svilupperà il marketplace di Open AI.

Il Caso 

Restando in tema di AI, di produzioni creative e di chatbot, vogliamo accennare a un fatto piuttosto recente che ci sembra molto emblematico. Nonostante i tentativi ancora in atto per regolamentare il più possibile l'uso di strumenti e software basati sull'intelligenza artificiale, il loro utilizzo sempre più dilagante continua a suscitare polemiche, soprattutto quando si tira in ballo l'arte in qualuqnue forma essa voglia eprimersi. L'ultimo caso di cronaca che ha sollevato non pochi cori di disapprovazione risale a qualche giorno fa.

Il fatto è questo: una scrittrice giapponese, Rie Kudan, ha vinto uno dei premi letterari più prestigiosi in Giappone, il premio Akutawaga, per il suo romanzo fantapolitico dal titolo, La torre della simpatia di Tokyo. Fin qui nulla di strano, peccato che, dopo aver ricevuto il premio, la Kudan abbia candidamente confessato di aver utilizzato ChatGPT per la stesura di alcuni dialoghi del suo romanzo dopo aver addestrato il chatbot a suo piacimento. Circa il 5% del libro, dunque, sarebbe frutto dell'intelligenza artificiale.

Ovviamente, le reazioni del mondo della letteratura sono state piuttosto nette e c'è chi, addirittura, sostiene che il riconoscimento attribuito alla Kudan sia immeritato e, quindi, da revocare. Cosa succederà adesso? Il premio le verrà tolto come chiesto da molti, oppure, si può pensare che il contributo apportato dall'AI alla realizzazione del contenuto non leda affato la creatività, la fantasia, il talento di un autore ma è solo la tecnologia al servizio della scrittura? Il dibattito è tuttora aperto e, siamo certi, non accennerà a spegnersi a breve.

La Redazione


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