Fuori in 60 secondi e di nuovo dentro in meno di 7 giorni. Sembra una trama degna di un film e invece è reltà, quella realtà che ha vissuto in questa turbolenta metà di novembre il fu e poi ancora è CEO di Open AI, Sam Altman. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire quali sentimenti e quali umori hanno portato il capo di Chat GPT ad essere prima fatto fuori, apparentemente senza troppi complimenti, dal vertice dell'azienda e poi reintegrato.
La notizia del suo licenziamento, datata venerdì 17 novembre, un venerdì 17 a tutti gli effetti per il capo di Open AI, aveva scosso non poco il comparto hi-tech, i mercati gli investitori e, a giudicare da quello che è successo nei giorni successivi, anche gli animi di chi nell'azienda ci lavora e non ha preso affatto bene la decisione del CDA.
"L’abbandono di Altman fa seguito a un processo di revisione da parte del Consiglio di amministrazione, che ha concluso che lui non è stato costantemente sincero nelle sue comunicazioni con il board, ostacolando la capacità di quest’ultimo di esercitare le proprie responsabilità. Il Consiglio non ha più fiducia nella sua capacità di continuare a guidare Open AI". Per questo si è resa necessaria una nuova leadership per andare avanti." Così senza tante spiegazioni e con un comunicato che è apparso alquanto criptico a Sam Altam è stato dato il ben servito e la leadership affidata ad interim alla CTO Mira Murati che, alla luce di quello che stiamo leggendo ora, è stato il CEO con l'incarico più breve della storia.
Proprio così, perché è di oggi la notizia che Sam Altman è stato rimesso al suo posto. Ma come è stato possibile un così eclatante passo indietro? Potremmo riassumerla così, dicendo che per una volta la forza del gruppo ha prevalso su quella dei manager. La notizia del licenziamento in tronco del CEO ed ideatore di Chat GPT è stata boicottato in toto dai dipendenti di Open AI che nei giorni successivi alla notizia hanno fatto scudo intorno al loro leader firmando una lettera in cui il 95% di loro, tutti praticamente, minacciavano di dimettersi se Altman non fosse stato rimesso al suo posto.
Tanto è bastato e Sam Altman è tornato a capo dell'azienda, ottenendo anche una parziale riorganizzazione di quel CDA che aveva provato, a quanto pare, senza esito a fargli le scarpe.
"Adoro Open AI e tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato per tenere unita questa squadra e la sua missione. Quando ho deciso di unirmi a Microsoft era chiaro che fosse la strada migliore per me e per il team. con il nuovo consiglio e il supporto di Satya, non vedo l’ora di tornare a Open AI e di consolidare la nostra forte partnership con Microsoft." - ha scritto Sam Altman in un post su X, di fatto, sancendo il suo ritorno dalla porta principale.
Tutto bene quel che finisce bene. Almeno fino al prossimo colpo di scena.
La Redazione