"552 cavi per 1,4 milioni di km di lunghezza e un giro d’affari di 4,3 miliardi di dollari l’anno da qui al 2030: il 99% del traffico Internet mondiale transita sotto i mari e la maggior parte è generato dalle grandi piattaforme digitali, gli over the top." Questi sono i dati, questa è la radiografia della situazione delle telecomunicazioni oggi e di quello che sarà domani, un domani molto prossimo, se si riflette sul fatto che quel 2030, apparentemente così lontano, è, invece, solo tra una manciata di anni. Questa è la foto riportata dal Corriere delle Comunicazioni che noi abbiamo deciso di presentarvi per analizzare insieme quali saranno gli scenari futuri della connettività mondiale.
I più importanti player del settore già da tempo si stanno muovendo sottoacqua e nei cieli e le reti sottomarine, così come quelle satellitari, rappresentano gli asset strategici su cui si concentrano risorse, investimenti e processi d'innovazione sempre più sofisticati e a compierli non sono solo i soliti noti. Nuovi protagonisti si stanno affaciando al comparto TLC: Google, Meta, Amazon e Microsoft, solo per citarne alcuni, già da anni hanno posato i loro cavi nei fondali oceanici e sono pronti a investire ancora e ancora per ampliare ulteriormente le loro tratte intercontinentali.
Dunque, il futuro della telecomunicazione sarà sempre di più sottocqua? Non solo, perché i big del settore volano anche in alto, nel senso letterale del termine, facendo delle reti satellitari uno degli ambiti più fecondi su cui puntare per garantire una copertura di rete che sia il più possibile capillare e performante. Le reti terrestri sono insufficienti, questo è un fatto chiaro a tutti e per crescere e rispondere a un fabbisogno crescente bisogna guardare altrove, bisogna alzare gli occhi al cielo. Secondo le stime fatte da Analysis Mason, società inglese specializzata in consulting per le TLC, il fatturato delle telecomunicazioni via satellite crescerà di 35,5 miliardi di dollari entro il 2027. Praticamente domani.
In quest'ottica si configura come un'azione, diremmo quasi premonitrice, quella di SpaceX, l'azienda aerospaziale statunitense di proprietà di Elon Musk, che con la costellazione di satelliti Starlink, per l'accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza punta ad aumentare la copertura a livello mondiale. L'obiettivo è portare la connettività internet anche nelle aree remote o in quelle dove il 5G non esprime ancora al massimo il suo potenziale.
E in Italia che succede? Il Governo italiano non resta, certo, a guardare e il suo sguardo è rivolto proprio alla società di Musk che potrebbe costituire il mezzo più adatto attraverso il quale il digital divide, che ancora regna sovrano in alcune aree del Paese, non sufficientemente o affatto raggiunte dalla rete, potrebbe essere superato. I prossimi anni saranno senza dubbio cruciali.
La Redazione