Sono anni ormai che non solo gli addetti ai lavori ma anche i meno esperti sentono parlare di Strategia BUL. Ma di cosa si tratta esattamente e soprattutto dove siamo arrivati in Italia con il progetto fibra ottica? Andiamo con ordine. Il 3 Marzo 2015 il Governo italiano ha approvato la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga. Lo scopo è ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente in Italia grazie allo sviluppo integrato di infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili la cui spina dorsale è costituita proprio dalle reti a banda ultralarga.
La Strategia ha l'obiettivo di cablare in fibra l'intero territorio nazionale in modo da dotare l'Italia di un'infrastruttura pubblica di telecomunicazioni che sia il più possibile rispondente agli obiettivi dell'Agenza Digitale Europea. L’intervento pubblico, in queste aree dove non esiste una solida infrastruttura di rete, rappresenta un correttivo per ridurre le disuguaglianze sociali e geografiche causate da un ridotto se non nullo accesso ai mezzi di comunicazione tramite la rete a banda ultralarga e un robusto progetto fibra ottica che inevitabilmente limita anche l'attività imprenditoriale.
L’intervento voluto di concerto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle amministrazioni locali e assicurato tramite un accordo quadro siglato in data 11 febbraio 2016 tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni, punta, dunque, "a costruire una rete di proprietà pubblica verrà messa a disposizione di tutti gli operatori che vorranno attivare servizi verso cittadini ed imprese" - come si legge nella nota ministeriale.
Dal 2016 cosa è cambiato? Il quadro normativo si è ulteriormente arricchito nel tempo con il documento Verso la Gigabit Society, approvato il 25 maggio 2021 dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD) che definisce le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale indicati dalla Commissione europea nel 2016 e nel 2021 con la quale l'istituzione europea ha presentato la visione, gli obiettivi e le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030.
Questa è la cornice all'interno della quale si muovono enti, istituzioni o player del mercato TLC, come Open Fiber. Cosa è successo in questi quasi 10 anni, a che punto siamo arrivati e quali obiettivi della Strategia sono stati centrati? Scopriamolo insieme per farci un'idea ancora più precisa di quale sia l'effettiva situazione italiana in ambito servizi fibra per il cittadino, le imprese e gli enti.
I dati su quale sia lo stato di avanzamento dei lavori del Progetto Nazionale Banda Ultralarga a cura di Infratel Italia (società pubblica italiana che opera nel settore delle telecomunicazioni per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ci arriva direttamente dall'utima relazione pubblicata con i dati aggiornati al 30 novembre 2023.
Dall’avvio operativo del Piano Bul sono in totale 5.840 i comuni in commercializzazione (4109 in più rispetto a dicembre 2020), 3.748 i comuni collaudati positivamente (3121 in più rispetto a dicembre 2020), 9.413 i cantieri aperti (5698 in più rispetto a dicembre 2020). I comuni completati con CUIR sono stati 51. Al 30 novembre 2023 Infratel Italia ha collaudato positivamente 3748 FTTH e altri 250 con prescrizioni. Sono stati, inoltre, collaudati positivamente 1.524 siti FWA ed altri 26 con prescrizioni. (fonte Ministero delle Imprese e del Made in Italy)
Di seguito una tabella che mostra tramite infografica quale è lo stato di avanzamento degli interventi fatti da Infratel Italia Open Fiber in tecnologia FTTH ed FWA nelle cosiddette aree bianche del Paese nel periodo che va dal 2019 al 2023.
Ad oggi Infratel Italia ha in carico 70 comuni con collaudi da assegnare, 110 as built in verifica documentale, 54 comuni in collaudo in campo mentre 114 sono i collaudi chiusi con prescrizioni a carico di Oper Fiber. (fonte Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Si procede non prorio celermente, ma si procede.
La Redazione