Cosa cambia tra fibra ottica attiva e passiva

[lun 22 settembre 2025]

Le differenze da conoscere per scegliere tra fibra ottica attica e passiva



Mettiti comodo e ascolta!

 

Quando si parla di fibra ottica, si entra nel mondo della connettività ultraveloce. Sotto questa etichetta si nascondono, però, diverse tecnologie. In particolare, una distinzione importante è quella tra fibra ottica attiva (Active Optical Network, AON) e fibra ottica passiva (Passive Optical Network, PON). La differenza che all'apparenza può sembrare solo di natura tecnica, in realtà presenta implicazioni dirette sulle prestazioni e l'affidabilità della tua connettività domestica.
 
Se stai scegliendo un nuovo operatore internet o semplicemente vuoi capire meglio come funziona la connessione che hai in casa, questa distinzione può tornarti utile e può aiutarti a evitare brutte sorprese.
 

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Partiamo, dunque, con alcune nozioni di base: che cos'è la fibra ottica? E' una tecnologia di trasmissione dati che utilizza impulsi di luce inviati attraverso sottilissimi fili di vetro o plastica. A differenza dei tradizionali cavi in rame (come quelli usati per l’ADSL), la fibra offre velocità molto più elevate, minore latenza e una maggiore stabilità della connessione. Risultato? Navigazione molto più veloce, più stabile e con meno problemi di latenza. Anche nel mondo della fibra, però, ci sono varianti, ed è qui che entrano in gioco le reti attive e passive di cui ti abbiamo accennato.

La fibra passiva (PON) è quella che usano la maggior parte degli operatori in Italia ed è oggi la più diffusa in ambito residenziale e urbano, soprattutto per le offerte FTTH (Fiber To The Home), ovvero “fibra fino a casa”. La tecnologia PON si basa su una struttura in cui un solo cavo in fibra parte dalla centrale dell’operatore e, tramite splitter ottici passivi, viene suddiviso tra più utenti (fino a 64 o più). Questi splitter non hanno bisogno di alimentazione elettrica né di componenti elettronici attivi. In pratica: più persone condividono lo stesso cavo.

Vantaggi:

  • Costo inferiore per gli operatori, grazie all’uso di componenti passivi e alla condivisione dell’infrastruttura;
  • Minore manutenzione, perché ci sono meno parti soggette a guasti;
  • Consumo energetico più basso.

Svantaggi:

  • Banda condivisa tra gli utenti: in caso di congestione, le prestazioni possono calare;
  • Minore controllo sul traffico dati da parte dell’operatore;
  • Possibilità di interferenze se la rete non è ben progettata.

In Italia, la maggior parte degli operatori utilizza questa tipologia di rete in particolare con lo standard GPON (Gigabit Passive Optical Network), che può offrire velocità fino a 2,5 Giga in download (ma suddivisi tra più utenti).

La fibra attiva (AON), invece, rappresenta una soluzione più “professionale”. In questo caso, ogni utente ha un suo cavo dedicato fino a un punto intermedio (come una centralina o un armadio stradale), dove ci sono dispositivi elettronici attivi che smistano il traffico dati.  La struttura è più simile a quella delle reti Ethernet tradizionali. Tradotto: la tua connessione è tutta tua, non la condividi con nessuno (o quasi).

Vantaggi:

  • Connessione dedicata: banda garantita e performance più stabili.
  • Maggiore controllo: l’operatore può monitorare e gestire meglio la qualità del servizio.
  • Scalabilità: più facile aggiornare la rete con nuove tecnologie o servizi.

Svantaggi:

  • Costo maggiore per l’installazione e la manutenzione, vista la presenza di apparati attivi alimentati;
  • Richiede infrastrutture più complesse e gestite attivamente.

E, dunque, veniamo al focus della questione: cosa scegliere tra fibra ottica attiva e passiva? Dipende, ovviamente, dalle tue necessità. Se parliamo di uso domestico, tipo streaming, social, lavoro in smart working e gaming, la fibra passiva va più che bene, soprattutto se l’operatore gestisce bene la rete e non ci sono troppi utenti sulla stessa linea. Se, invece, hai bisogni più avanzati, magari lavori in ambito tech, hai un’azienda, usi servizi cloud pesanti, allora la fibra attiva è il massimo. Ma preparati a spendere un po’ di più.

 Se la tua è solo una curiosità e vuoi conoscere la natura della tua fibra ottica, attiva o passiva, tieni conto di questa distinzione di base che, tanto per iniziare, puoi aiutarti: se vedi scritto GPON, sei sicuramente su una rete passiva. Se, invece, si parla di punto-punto (Point-to-Point) o Ethernet over Fiber, si tratta di fibra attiva. In caso di dubbi, puoi sempre chiedere all’assistenza clienti, a noi di Beactive, per esempio, il tuo provider per scelta. Saremo felici di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno. 

La fibra ottica, che sia attiva o passiva, è comunque un enorme passo avanti rispetto al vecchio rame e sapere come funziona la rete a cui ti connetti può fare la differenza tra una connessione soddisfacente e una che, invece, ti farà storcere il naso, perché la vera qualità della connessione passa anche da questo. 

La Redazione

 

 

 


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