"Linee guida per uno sviluppo sicuro dell'intelligenza artificiale", ecco il titolo del primo documento programmatico congiunto, figlio dell'iniziativa di diversi Stati Europei e non solo e voluto dal National Cyber Security Centre del Regno Unito a cui ha aderito anche l’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale insieme ad altre 22 agenzie di 18 Paesi. L'ACN sull'AI non ha dubbi: serve un'azione collettiva per salvaguardare gli utenti da un uso non consapevole di questo potente strumento, onde evitare i rischi che potrebbero seguire da un suo utilizzo sconsiderato.
Non è certo un caso che l'input arrivi da Londra, perché proprio il Regno Unito è stato, a inizio novembre, la patria di quel vertice, l'AI Safe Summit, in cui i grandi della Terra si sono riuniti per discutere d'intelligenza artificiale, privacy e, primo fra tutti, il tema più caldo collegato all'AI: la sicurezza, appunto, o per dirla in modo ancora più circostanziato, la cybersecurity.
Con il termine cybersecurity, in senso lato, s'intendono tutte quelle azioni, quei sistemi e quelle operazioni messe in campo per proteggere da accessi non autorizzati i dati condivisi in rete durante la navigazione. E mai come con l'avvento così massivo di app, software e strumenti basati sull'uso e le potenzialità dell'intelligenza artificiale, questo ambito è diventato di fondamentale rilevanza, non solo come topic sui social, il che potrebbe costituire una moda passeggera come molte altre, ma, soprattutto, nei ragionamenti e nei progetti degli esecutivi dei vari paesi europei.
“L’Intelligenza Artificiale è una sfida a cui l’Agenzia non vuole e non può sottrarsi. Per questo abbiamo aderito con convinzione a questa iniziativa. È una sfida che può essere vinta solo tutti assieme: dobbiamo mettere a disposizione le migliori energie, intellettuali e strumentali del nostro Paese e di tutti gli altri Paesi che si apprestano ad affrontare, a partire dal prossimo G7 a guida italiana, questa impresa così altamente impegnativa per l’intera umanità". Queste le dichiarazioni di Bruno Frattasi Direttore Generale di ACN rilasciate al Corriere delle Comunicazioni che indicano con chiarezza quali sia l'intento.
E' la stessa Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, attraverso una sua nota ufficiale, a divulgare in che direzione si devono muovere gli Stati per garantire una maggiore sicurezza nell'uso delI'intelligenza artificiale. Innanzitutto, per l'ACN è primario aumentare i livelli di cybersecurity dell’AI. "Per assicurare che l'intelligenza artificiale sia progettata, sviluppata e impiegata in maniera sicura. La cybersicurezza è una pre-condizione essenziale dell’AI e serve per garantire resilienza, privacy, correttezza ed affidabilità, ovvero un cyberspazio più sicuro”- chiosa l'Agenzia.
In tutto i Paesi che hanno posto la loro firma sul documento sono 18: Australia, Canada, Cile, Corea del Sud, Estonia, Francia, Germania, Giappone, Israele, Italia, Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Singapore e Stati Uniti. Il loro contributo congiunto è stato fondamentale per la redazione delle linee guida, anima di quello che è un unicum del settore e che mette in luce la volontà internazionale di essere uniti, almeno per quanto riguarda il tema delle cybersecurity.
Divisioni e differenze appianate, dunque, in virtù di un valore più alto che valica i confini nazionali per diventare obiettivo comune. E l'Italia c'è.
La Redazione