E' arrivato settembre e, come ogni anno, settembre, è il mese di Apple, il momento dell'anno in cui da sempre, e probabilmente per sempre, la Mela presenta i suoi nuovi device al mondo. Nello specifico, il giorno scelto è stato il 9 settembre scorso, con il tradizionale appuntamento in cui Tim Cook e i suoi sono saliti sul palco per svelare i nuovi prodotti di Cupertino.
Su tutti, i nuovi melafonini sono i protagonisti assoluti, quelli che riescono a catalizzare l'attenzione ogni volta che si solleva il sipario. E, dunque, eccola la nuova famiglia di iPhone che si compone di ben quattro membri, perché Apple, questa volta, ha fatto davvero le cose in grande. I fantastici quattro sono loro: il modello essenziale, iPhone 17, il sottilissimo e rivoluzionario iPhone Air, che sostituisce la versione Plus, il potente iPhone 17 Pro e il top di gamma iPhone Pro Max. Siete pronti a scoprire la nuova generazione di iPhone? Eccoli, svelati, uno dopo l'altro.
Iniziamo a parlarvi dei nuovi melafonini, a partire da lui, il modello base della casa: iPhone 17. Due sono i tagli di memoria, 256 e 512 GB, cinque i colori, nero, lavanda, azzurro nebbia, salvia e bianco e un display Super Retina XDR ProMotion in sette strati protetto dal Ceramic Shield 2. Indistruttibile? Quasi. E' fino a tre volte più resistente della generazione precedente.
Concentrandoci su come verrà soddisfatta la voglia di scattare, le fotocamere sono due, la principale Fusion da 48MP e la nuova fotocamera Fusion Ultra Wide da 48MP che offre fino a quattro volte la risoluzione rispetto alla generazione precedente. Non manca, il sensore frontale, definito Center Stage, che è, invece, da 18 MP e migliora il risultato delle foto nel complesso, stabilizzando, per esempio, le attività in movimento. Questo solo per citarvi le caratteristiche principali del nuovo smartphone della Mela che, in alcuni paesi, come Canada, Giappone, Messico e Stati Uniti, arriverà anche nella versione solo eSim. Apple inizia la transizione.
E adesso arriva lui, attesissimo, rivoluzionario e sottilissimo: l'iPhone Air, volutamente senza 17, senza numerazione per scelta. Con il suo spessore di appena 5,6 millimetri, lo schermo Super Retina XDR ProMotion da 6,5 pollici e grazie al suo corpo in titanio di grado 5 riciclato all’80%, il melafonino slim rappresenta una vera sfida ingegneristica. La fotocamera è una sola, una Fusion da 48 MP con lunghezza focale da 26 mm ma che però vale per quattro, grazie alle nuove lunghezze focali personalizzate (28mm e 35mm), un sensore quad-pixel da 2,0µm con stabilizzazione ottica avanzata e un teleobiettivo 2x di qualità ottica. La frontale è la stessa di iPhone 17, la Center Stage Camera.
Disponibile in quattro colori, nero siderale, bianco nube, oro chiaro e azzurro cielo e tre tagli di memoria, 256GB, 512GB, 1TB, sarà equipaggiato solo ed esclusivamente in tutto il mondo con una eSim.
Veniamo al top di gamma della serie, o, forse, dovremmo dire, ai top di gamma: il 17 Pro e il 17 Pro Max, rispettivamente con display da 6,3 pollici, il primo, e da 6,9, il secondo. Innanzitutto, rispetto ai modelli passati, Apple dice addio al titanio per tornare alla scocca in alluminio di grado aerospaziale, la scelta ideale per una migliore distribuzione del calore. Anche il design è radicalmente differente: i sensori sul retro sono raccolti in una grosso plateau superiore e anche il sistema MagSafe è stato completamente rivisto.
Tra tutti i modelli presentati, il Pro e il Pro Max spiccano per il loro spettacolare comparto fotografico:
Per quanto riguarda l'estetica, il 17 Pro è disponibile in tre interessanti colorazioni, arancione cosmico, silver e blu profondo, mentre lato memoria, si parte dal 256 GB fino ai 2 TB del Pro Max. Inoltre, la gamma Pro è disponibile anche in versione senza slot per la Sim fisica.
I prezzi dei nuovi gioiellini della Mela non sono certo per tutte le tasche e anche in questo Apple si comporta come da tradizione. Li elenchiamo per voi:
Tutti gli smartphone della Mela saranno pre-ordinabili a partire dalle ore 14 di domani e disponibili dal 19 settembre. Ci siamo.
La Redazione