Non potevamo non dedicare anche in questa settimana un articolo al trend del momento: l'intelligenza artificiale. Parte ormai integrante di tantissimi ambiti, da quelli più prettamente tecnologici a quelli apaprentemente più lontani, come il settore culturale, non si fa altro che parlare di AI. Da Chat GPT e similiari, i softawe basati sull'intelligenza artificiale proliferano. E poteva esimersi Google, il gigante più gigante di tutti? Domanda retorica, ovviamente, che comporta una risposta scontata e, infatti, Big G è in prima linea anche qui, con il suo Gemini, l'AI secondo Mountain View che già in fase di test sta dando grandi soddisfazioni ai suoi sviluppatori, fornendo risposte di gran lunga più attendibili e complesse rispetto alla concorrenza.
La forza di Gemini risiede tutta nella sua essenza multimodale che gli permette di esprimersi al meglio soprattutto quando viene chiamato in causa per fornire il "suo punto di vista" a partire da contenuti multimediali come, per esempio, un video. Gemini, infatti, è stato addestrato con un set di dati non solo di natura testuale, come invece avviene nella maggior parte dei tool dei competitor, ma anche composti da altri media.
La conseguenza è una compresione che appare molto più completa, più organica, fluida e senza particolari intoppi. E siamo solo all'inizio, ma già la fase di sperimentazione ha dato risultati a di là di ogni più rosea aspettativa. Andiamo a conoscere Gemini più da vicino.
A partire dalla sua natura che gli consente in modo genrativo di comprendere anche input che arrivano da immagini e video e non solo da contenuti testuali, appunto, Gemini è davvero un'AI in grado di comprendere con un margine di errore ridotto al minimo una fonte multimediale. I video promozionali che stanno girando in rete ne sono un esempio concreto: messo alla prova su oltre 50 materie, dalla storia alla medicina, dalla matematica all’etica, il punteggio finale ottenuto è dell’89,8% di risposte esatte. Un record senza precedenti.
Quello che maggiormente sorprende dell'AI targata Google, oltre alla sua quasi impeccabile capacità di comprensione, è la sua versatilità e i tanti campi nei quali può essere applicata. Gemini, infatti, sa sviluppare siti e interfacce utente che si codificano dinamicamente, conosce i principali linguaggi di programmazione, da Python a Java, e, diulcis in fundo, è in grado di generarne di nuovi, mai usati prima. Queste capacità aprono a scenari davvero interessanti e incoronano l'AI di Google come quella più abile nel calarsi nella vita quotidiana degli utenti.
Da Mountain View arrivano notizie secondo cui Gemini, una volta pronto per essere presentato su larga scala, verrà rilasciato in ben 3 versioni. Vediamole insieme, concedendoci il beneficio del dubbio sui nomi che potrebbe subire modifiche al loro lancio:
Chi fa da sé, fa per tre, nel vero senso della parola.
La Redazione