Donald Trump mantiene le promesse anche questa volta. Era già successo durante il suo primo mandato presidenziale (dal 2017 al 2021). Era il 2020, e l'allora Presidente degli Stati Uniti stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di bloccare l'utilizzo di TikTok su suolo americano. La motivazione: rischi sulla sicurezza dei dati, con l’app che potrebbe essere utilizzata dal governo cinese per sorvegliare le persone e fare propaganda.
All'esordio del suo secondo mandato (a 3 giorni dalla cerimonia d'insediamento alla Casa Bianca), il tycoon torna sull'argomento e questa volta la decisione sembrerebbe essere già presa senza alcuna possibilità di appello. A partire dal 19 gennaio 2025 (tra 2 giorni) TikTok, il social network cinese, popolarissimo tra i giovanissimi, meno giovani, star e starlette d'oltreoceano, sparirà definitivamente dagli Stati Uniti d’America.
La controversia è sempre la stessa e le considerazioni su cui si basa la decisione di bannare TikTok su suolo statunitense ha sempre a che fare con questioni di sicurezza nazionale. Oggi come allora, infatti, Trump e i suoi sostengono che ByteDance, la società cinese proprietaria del social network dei record possa servirsi della piattaforma per ottenere dati sensibili degli utenti americani e violarne in qualche modo la privacy.
L'unico modo per evitare il ban sarebbe vendere TikTok a una società che non sia legata alla Cina e questo è proprio ciò che è stato chiesto a ByteDance. Una richiesta che la società cinese non ha nessuna intenzione di accordare e, dunque, il ban sembrerebbe davvero inevitabile, a meno che la Corte Suprema americana, a cui ByteDance ha fatto ricorso, non decida in modo diverso.
I tempi stringono e l'oceano di utenti a stelle e strisce di TikTok (sono 170 milioni gli americani che navigano ogni giorno la piattaforma) sta correndo ai ripari, preoccupato di trovarsi da un giorno all'altro senza la possibilità di utilizzare più il social. Molti di loro stanno irridendo la decisione di bannare il social, con post sarcastici in cui salutano "la loro spia cinese personale", dimostrando di non aver né mai avuto timori riguardo la violazione della loro privacy durante le loro sessioni in rete in compagnia della piattaforma.
All'atteggiamento di chi scherza, si abbina quello di chi cerca e trova l'alternativa. Stando a quanto riporta la Cnn, infatti, RedNote (la piattaforma social, cinese anche lei, che combina la condivisione di contenuti con funzioni di e-commerce) avrebbe conquistato circa 700 mila nuovi utenti in soli quattro giorni. Peccato che ci sia un piccolo dettaglio non proprio insiginifcante: l’app è esclusivamente in lingua cinese.
I nativi digitali americani però sono caparbi, sembrano proprio non volersi arrendere e non sarà certo uno scoglio linguistico a fermarli. L'app è in cinese? Nessun problema, ci s'iscrive a un corso di lingua su Duolingo, che, in effetti, ha registrato un boom di registrazionie e ha ironizzato sull'accaduto con un post su X: “Ah, quindi state imparando il mandarino“.
Ilarità a parte, il 19 gennaio è a un passo, vedremo cosa accadrà e quale sarà il destino di TikTok negli Usa. Una volta per tutte.
La Redazione