La vita di ogni giorno di chiunque è pervasa dalla tecnologia. Anche laddove non ne abbiamo percezione diretta, l'innovazione tecnologica è onnipresente. Viviamo in un mondo iperconnesso, dove smartphone, pc, elettrodomestici, domotica, tutto si comanda con un semplice gesto, se non addirittura con un appena sussurato comando vocale. Questa dipendenza dalla tecnologia, questo suo esserci sempre e ovunque è diventato ancora più tangibile con l'avvento di tutto quel mondo legato all'AI. L'intelligenza artificiale, anima e mente di un proliferare di software e tool di nuova generazione, con la sua presenza sfacciata s'impone con risultati che non sempre, però, sono quelli sperati.
Sì, perché, quando si pensa all'AI ci si fa subito rapire da un immaginario fatto di situazioni che hanno dello sbalorditivo, soprattutto per quegli ambiti di applicazione che sono più vicino al ludico che non allo strettamente professionale. Ma non sempre l'effetto è quello che ci si aspetta e questo valore salvifico quasi curativo riconosciuto alla tecnologia e soprattutto alle sue declinazioni più moderne si materializza e la tecnologia smette di essere l'alleata perfetta nello svolgimento delle attività di ogni giorno.
Proprio su questo ci vogliamo interrogare, chiedendoci se davvero l'AI, i robot, i vari tracker indossabili che ci accompagno quotidianamente, migliorano la qualità della nostra vita, contribuendo al nostro benessere. Da quello che è emerso da una recente analisi messa a punto dall' Institute for the Future of Work, ente indipendente di ricerca e sviluppo con sede a Londra, che studia il reale impatto di AI&Co sulle attività quotidiane, qualche dubbio inizierebbe a emergere. Questo particolare traguardo raggiunto dalla tecnologia comincerebbe, infatti, a mostrare anche un lato oscuro.
Lo studio è stato condotto attaverso un sondaggio sottoposto a oltre 6.000 soggetti con domande inerenti l'impatto sul benessere delle persone di quattro gruppi di tecnologie:
I risultati dello studio non lasciano molti dubbi e marcano un discrimine netto: se le tecnologie ICT (come laptop e i tablet, le app di messaggistica istantanea) hanno un effetto positivo sul benessere degli intervistati, AI, robot e tracker sembrano, invece, peggiorare sia la qualità della vita, in termini di serenità e benessere, che la produttivà sul luogo di lavoro di chi li utilizza.
Ovviamente, l'analisi non deve essere recepita come un attacco alle moderne applicazioni delle nuove tecnologie, in un'ottica reazionara, quasi coservativa, ma come uno sguardo minuzioso, microscopico di un settore dalla portata rivoluzionaria. L'intelligenza artificiale così come tutti quei software di apprendimento automatico possono rappresentare un valido aiuto anche in ambito professionale, se opportunamente contestualizzati e dosati con cura.
In medio stat virtus, anche in un mondo perennemente connesso, mai sazio di velocità e sempre in gara per la performance migliore.
La Redazione