Ti sei mai fermato a pensare quanto sono al sicuro i tuoi dati personali quando utilizzi al tua connessione in fibra ottica. Tra navigare, lavorare in smart working, guardare film in 4K o giocare online, il tema della protezione dei dati personali spesso passa in secondo piano quando, invece, la sua valenza è indiscussa.
Andiamo con ordine. Per sua stessa natura la fibra ottica, poiché utilizza filamenti sottilissimi di vetro o plastica per trasmettere dati sotto forma di luce, è una rete più difficile da intercettare rispetto alle vecchie tecnologie tradizionali in rame. Da un punto di vista tecnico, i segnali luminosi che viaggiano nella fibra sono estremamente difficili da manipolare o deviare senza essere rilevati. In altre parole, spiare un flusso dati su fibra è molto più complesso che farlo su reti in rame o via radio (come il Wi-Fi o il 5G). Tuttavia, questo non significa che la privacy sia automaticamente garantita e protetta.
Ogni volta, infatti, che navighiamo, inviamo un’email o effettuiamo un pagamento online, i nostri dati attraversano diversi punti di passaggio: il modem o il router, il server del provider, il server dei servizi online, e infine, noi, il destinatario finale. Questo tipo di percorso non cambia anche se navighiamo con la fibra ottica, certo, tutto avviene più velocemente, su una strada ad alta scorrimento, ma la sostanza non muta.
Di fatto, gli Internet Service Provider (ISP) hanno tecnicamente la possibilità di vedere parte del traffico che passa attraverso le loro infrastrutture, anche se le comunicazioni cifrate (come quelle in HTTPS, pensiamo a WhatsApp) proteggono buona dei contenuti. Per tutelare i nostri dati personali entra in gioco anche l'aspetto normativo. In Europa, infatti, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) impone limiti stringenti sull’uso e la conservazione di questi dati.
Tutto chiaro, tutto meraviglioso, ma c'è da fare un piccolo appunto: la sicurezza della connessione non coincide con la privacy dei dati. Mai. Per questo ci sono una serie di buone pratiche digitali che possiamo concretamente mettere in atto per proteggere i nostri dati personali. Eccole:
Negli ultimi anni si sta affermando anche un approccio più trasparente, con informative più chiare e sistemi di anonimizzazione del traffico. Anche la Commissione europea ha spinto in questa direzione, riconoscendo la connessione a Internet come un diritto essenziale, ma sempre nel rispetto della riservatezza digitale dei cittadini.
Con la diffusione della fibra ottica, inoltre, è cresciuto anche l’ecosistema dei dispositivi connessi, il cosiddetto IoT, e ogni device costituisce un potenziale punto d’accesso ai dati personali. Per questo, la sfida dei prossimi anni non sarà più solo rendere le connessioni più veloci, ma garantire un equilibrio tra efficienza, comodità e tutela della privacy. Proteggere i nostri dati personali online è forma di libertà digitale. La nostra.
La Redazione