Ti senti osservato? Qualcuno ti spia? Percepisci occhi indiscreti puntati su di te? Sensazione piuttosto diffusa che si manifesta, a volte, proprio quando navighi in rete. E' come se il web sapesse prima di te quello che cerchi, quello che vuoi, ciò di cui hai bisogno. A metà tra l'inquietante e l'apparente fantascienza, il web sa e, addirittura, ti anticipa, è capace di leggere la tua mente. Telepatia, legilimanzia, mentalizzazione? Non proprio, diremmo più Big Data e fine della poesia. Perché è proprio loro il merito, è questa enorme quantità di dati, che noi, più o meno consapevolmente, contribuiamo ad alimentare con le nostre quotidiane attività online, a parlare di noi, a parlare per noi.
Ti è mai capitato di pensare di cercare un oggetto online, notizie su un film, prezzi di voli aerei e alloggi per il tuo prossimo viaggio e scovare, in angolo nemmeno troppo remoto della pagina che stai visitando, un suggerimento, un'informazione, una notizia proprio su ciò che stavi "pensando " di trovare? Ecco, questi sono i Big Data, o almeno, il prodotto di essi.
Il concetto di Big Data è relativamente recente e, stando alla definizione che ne dà Wikipedia, si tratta di "una raccolta di dati informatici così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione di valore o conoscenza". I Big Data sono caratterizzati, appunto, dalle cosiddette 3 V:
In linea generale, potremmo definirli come enormi quatità di dati che forniscono informazioni sugli utenti, a partire dagli ambiti più diversi e per questo risultano particolarmente complessi da catalogare e possono essere analizzati solo attraverso strumenti ad hoc. A questo proposito un utile aiuto giunge dall'AI. L'intelligenza artificiale e tutti quei software basati sul machine learning possono aiutare a comprendere e rendere più intellegibili i Big Data, contribuendo a decifrare quelle informazioni a volte criptiche contenute al loro interno.
Parlare di utilizzo dei Big Data apre a scenari compositi, fatti di tatissimi ambiti in cui questi dati così complessi possono trovare applicazione. All'inizio del nostro ariticolo, anche in modo un po' ironico, abbiamo immaginato il web come un grande occhio spalancato su di noi e pronto a osservare e immagazzinare ogni nostro gesto compiuto in rete. Basta pensare che i motori di ricerca, come Google, conoscono e archiviano tutto quello che viene cercato da tutti gli utenti in ogni momento.
Uscendo fuor di metafora, non ci discostiamo comunque troppo da quello che abbiamo voluto suggerire. In effetti, i Big Data, che volontariamente o meno produciamo, sono linfa per i motori di ricerca, per i social network, li aiutano a capire chi siamo e soprattutto cosa vogliamo in termini di marketing. Per intenderci, è molto difficilie che un vegano vedrà pubblicizzato sui suoi profili un marchio di pellicce, tanto per fare un esempio intuitivo.
Il marketing, le analisi di mercato e il retail, pur rappresentando il luogo d'eccellenza di utilizzo dei Big Data, non sono gli unici ambiti in cui poterli applicare. Nel corso, soprattutto, degli ultimi anni hanno trovato largo uso anche nel settore:
I Big Data dicono moltissimo di noi, a volte anche più di quello che vorremo si sapesse. Ma questa è la rete.
La Redazione