Scorriamo, guardiamo o leggiamo, a volte reagiamo, spesso condividiamo. Questa è la nostra routine, quella che mettiamo in pratica ogni giorno, utilizzando i social network. Sono gesti diventati automatici che facciamo quasi senza pensare. Ci sediamo, smartphone alla mano, e trascorriamo minuti, molti, a volte troppi, a guadare un reel su Facebook, una storia su Instagram o un breve video su TikTok. Tutto si svolge in uno spazio virtuale che percepiamo come familiare, fatto di volti noti, perché li conosciamo davvero e di altri semplicemente notori, perché famosi per il grande pubblico, per quella schiera di spettatori invisibili di cui facciamo parte anche noi.
Poi c'è l'annoso discorso delle password. Non ci crederete mai, ma, secondo i report annuali sulla sicurezza informatica, le password più usate nel mondo restano “123456” e “password”. Assurdo, ma vero! Una leggerezza che può costare davvero caro. Dunque, fate uno sforzo sia d'inventiva che di memoria, due aspetti del nostro cervello ormai pressoché anestetizzati dal web, e scegliete password uniche e, possibilmente, complesse per ogni social network, non replicate. Mai.
Affidatevi di buon cuore anche all’autenticazione a due fattori (2FA) che rappresenta lo scudo definitivo contro possibili attacchi informatici. Anche se un hacker indovina la password, non potrà entrare senza il codice inviato sul telefono. Una protezione semplice ma ancora troppo spesso poco utilizzata o addirittura ignorata.
Allerta massima anche a messaggi che invitano a compiere un'azione specifica, come cliccare su un link. Spesso e volentieri dietro richieste accattivante si celano tentativi di phishing, modi per rubare credenziali e dati personali attraverso link falsi. Riconoscerli è questione di attenzione: verificare il mittente, controllare l’URL, diffidare di richieste insolite.
Non strettamente legato alla sicurezza online, ma connesso all'impatto sulla società e sull'opinione pubblica che un utilizzo poco prudente, empatico e consapevole dei social network può causare è il tema della disinformazione. Sul web proliferano fake news e contenuti manipolati. Il consiglio è di verificare sempre le fonti e di non condividere mai una notizia d’impulso, evitando così che un contenuto falso o offensivo diventi virale.
Un altro aspetto riguarda l’impatto psicologico che i social network hanno su di noi. L'essere costantemente bombardati da vite perfette, patinate, fatte di case da sogno, viaggi da urlo e outfit impeccabili, può avere un effetto deteriore sulla propria autostima e la percezione di sé. Il risultato, estremizzato, certo, ma non così raro, sono stati di ansia, insoddisfazione e senso di inadeguatezza. La soluzione non è abbandonare i social, ma imparare a selezionare i contenuti: seguire profili autentici, limitare l’esposizione a ciò che alimenta stress, e, ogni tanto, concedersi una pausa digitale.
Scrollare con consapevolezza significa anche staccare dai social e, se non si riesce a farlo in maniera volontaria, si dovrebbe impostare un limite di utilizzo giornaliero. Può sembrare banale, ma è un'accortezza utile per mantenere un equilibrio tra vita digitale e reale. I social network sono la nostra finestra sul mondo ma, a volte, e meglio chiuderla e concentrarsi su altro. Magari, sulla vita vera.
La Redazione