Google Genie: l'AI per il gaming

[lun 18 marzo 2024]

Conosciamo Google Genie, l'intelligenza artificiale al servizio dei gamer



Intelligenza artificiale sempre più pervasiva e parte integrante delle nostre vite anche negli aspetti di essa più faceti. Che si tratti di lavoro o di svago, i software di AI sono oggi i candidati più gettonati tra i quali scegliere. Senza rischiare di sembrare esagerati, infatti, non c'è un ambito in cui l'intelligenza artificiale non trovi una sua collocazione: come protagonista o come semplice comparsa la sua presenza non passa mai inosservata. Questa volta il palcoscenico è quello dell'universo ludico e il suo obiettivo più ambizioso: rivoluzionare l’industria del gaming attraverso Google Genie, l'ultima idea nata a Mountain View.

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Sviluppato dal team Open-Endedness di Google, DeepMind, e per ora disponibile solo per un ristretto e fortunato gruppo di utenti, Google Genie è una piattaforma capace di generare videogiochi 2D interattivi a partire da una singola immagine o descrizione testuale.

Cosa fa e come funziona Google Genie

Iniziamo subito col dire che Google Genie, al momento, non è affatto un prodotto finito, ma uno dei tanti campi di ricerca sui cui Big G sta lavorando, sta sperimentando e sta testando le capacità dell'intelligenza artificiale per capire fino a che punto può spingersi. Ma come impara Google Genie? E' presto detto: il Large Language Model del software è stato addestrato con circa 200.000 ore di video che rappresentano soprattutto sequenze di gioco da videogame bidimensionali

Un piano di studio che è si è rivelato vincente, perché l'AI apprende meglio e più in fretta attraverso l’osservazione diretta piuttosto che tramite istruzioni esplicite e gli input che, invece, non consentono di generare esperienze di gioco davvero immersive.

Il fatto che per ora si tratti di una piattaforma allo stato embrionale è abbastanza intuibile dalla scarsa qualità dei videogame realizzati. Sono prodotti molto semplici, con una bassa risoluzione, appena 160x90 pixel, e che durano un battito di ciglia: massimo 16 secondi, alla velocità di circa 10 fotogrammi al secondo. 

Quello che Google si ripromette di fare nel campo dell'intrattenimento videoludico, non è nuovo e ci sono già stati dei tentativi anche ben riusciti prima del suo. Basta pensare all'AI utilizzata da Sora o quella per Alystria. Dunque, l'impegno è generalizzato e non riguarda solo Big G, anzi, il campo è piuttosto inflazionato.

Lo scenario che si svela, nel caso in cui l'applicazione di software basati sull'AI dovesse diventare frequente anche nel gaming, non è così difficile da immaginare: 

  • abbondanza di mondi generati sempre più ricchi e interattivi;

  • personaggi capaci di reagire agli stimoli dell’utente in modo vario e particolareggiato; 

  • videogame sempre più autoeditati con la possibilità d'intervenire sulle dinamiche di gioco o sulla personalità dei personaggi. 

Google Genie rappresenta l'ennesimo esempio di cosa può fare per noi l'intelligenza artificale se ben indirizzata. D'altronde, un po' di sano divertimento non ha mai fatto male a nessuno e, magari, con l'AI alla quota intrattenimento si potrebbe abbinare anche quella creatività, il che non guasta. 

La Redazione


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