La batteria infinita potrebbe diventare realtà

[ven 1 marzo 2024]

Gli scienziati sono al lavoro sulla batteria infinita: i 3 progetti più importanti



Batteria infinita che possiamo tranquillamente dimenticarci di ricaricare? Batteria dalla durata illimitata che non si scarica mai? Batteria con autonomia senza limiti? Sogno o realtà? A dire la verità, è un'eventualità molto ambita che potrebbe concretizzarsi a breve, uscendo definitivamente dalla lista dei desideri. Stando a quello che dicono fior fior di scienziati specializzati nell'ambito, dimenticarsi di ricaricare il telefono prima di uscire non dovrebbe più costituire un problema proprio perché non sarà più necessario. 

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La batteria del futuro, del prossimo futuro, è infinita. A questo proposito e proprio per dare delle solide fondamenta scientifiche alla nostra affermazione vogliamo parlarti di tre progetti che si stanno occupando di questo: realizzare la batteria per smartphone senza limiti

Il progetto di Betavolt New Energy Technology 

Il primo dei tre progetti è merito di una società di Pechino che ha ideato una batteria nucleare della durata di 50 anni. Non sarà, certo, illimitata ma, senza dubbio, durerà molto di più della vita media di qualunque dispositivo elettronico in commercio. Le applicazioni di questo tipo di batteria, inoltre, potrebbero andare ben oltre il settore prettamente hi-tech e trovare un largo e uso nel campo medico. Basta pensare, per esempio, ai pacemaker.

Come funziona la batteria di Betavolt New Energy Technology? La tecnologia utilizzata è alimentata dall'’isotopo 63 di nichel (63Ni). Un prodotto che garantisce efficienza, adattabilità, sicurezza e, per lo più, sostenibile. Nulla da eccepire. 

Ora la sfida a cui è chiamata la società cinese è su due fronti: quello della miniaturizzazione del componente per dimensionarlo in base ai dispositivo in cui andrà inserito e quello indispensabile per rendere più efficiente la produzione, abbassare i costi e agevolare la sua produzione su larga scala.  

Il progetto dell’università di Bristol 

Il secondo è un progetto universitario che si sta rivelando molto interessante. Nei laboratori di Bristol, in Inghilterra, gli scienziati sono al lavoro per realizzare batterie betavoltaiche a base di diamante, a partire dai rifiuti nucleari, così da creare una fonte di energia capace di durare anche migliaia di anni. Attraverso particolari processi di lavorazione, alcuni tipi di scorie nucleari, come, per esempio, il carbonio-14 vengono utilizzati, appunto, per produrre energia elettrica. Quando di dice un esempio eccellente di riciclo creativo.  

Unico limite di questa ricerca sperimentale sta nel fatto che l'energia prodotta dalle batterie betavoltaiche è esigua, appena sufficiente ad alimentare, per esempio, i dispositivi di sensori a basso consumo, ma non uno smarthone. L'idea, però, è buona e ci si può e deve lavorare. 

Il progetto della Northwestern University

L'ultimo dei tre progetti che vi abbiamo voluto presentare sul tema batteria infinita e i suoi possiibli scenari, seppur solo attraverso qualche breve accenno, è sempre di matrice universitaria. Siamo partiti dalla Cina e dopo uno scalo in Inghilterra voliamo verso gli Stati Uniti, di preciso nell'area metropolitana di Chicago per atterrare alla Northwestern University. Qui, un team di giovani scienziati sta sperimentando l'idea di una batteria, sarebbe meglio restare più vaghi e parlare di dispositivo in senso generico, capace di raccogliere l'energia prodotta dai batteri presenti nel terreno e che distruggono materiali organici. 

Detta così sembra più un'invenzione cinematografica perfetta per un film di fantascienza, ma, invece, si tratta di una ricerca reale che ha portato già i suoi frutti, anche se la raccolta non è stata così abbondante. L'energia prodotta dal dispositivo, infatti, è veramente molto poca, giusto lo stretto indispensabile per alimentare i sensori utilizzati per rilevare i dati della ricerca. Questo, però, non deve scoraggiare, perché la ricerca è fatta anche di visioni e con i corretti aggiustamenti questo tipo di meccanismo, tra l'altro di semplice realizzazione ed ecosostenibile potrebbe trovare la sua giusta collocazione in agricoltura, per esempio, all’interno delle stazioni per il rilevamento dei dati atmosferici.

Dunque, la batteria infinita che ci consentirà di navigare, telefonare, messaggiare con il nostro smartphone senza doverci preoccupare che si spenga, non sarà questione di mesi ma arriverà, non sappiamo bene in quale forma, se nucleare, alimentata a scorie radioattive o dalla frenesia di batteri famelici, ma ci sarà. Bisogna solo saper aspettare. 

La Redazione

 


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