Il parental control non sarà più solo una precauzione di genitori molto previdenti e altrettanto prudenti, ma un obbligo, almeno per quanto riguarda gli smartphone in mano ai minorenni. Così è in Italia da appena 2 giorni e così sarà da ora in poi, in ottemperanza a quanto disposto dalla delibera 9/23/CONS del 25 gennaio dell'AGCOM. Quanto era stato deciso a inizio anno è diventato fattivo con tutta una serie di conseguenza per i player del settore mobile italiano.
Il 21 novembre scorso, infatti, è stato il giorno in cui un'accortezza già utilizzata da molti, un filtro di protezione, un sistema di riparo ha assunto il carattere assoluto di obbligatorietà. In realtà, molti operatori del mercato mobile avevano già da diversi mesi inziato una campagna informativa mirata e implementato tutto ciò di tecnicamente necessario al fine.
Così da 2 giorni tutte le Sim intestate a minorenni e, quindi, utlizzate da chi non ha ancora compiuto i 18 anni, dovranno avere attivo di default il filtro parental control. I sistemi di controllo parentale dal 21 novembre scorso devono essere, infatti, già attivi per tutte le offerte dedicate ai minori in modo che da sistema i contenuti vietati risultino bloccati.
Per chi non lo conoscesse, il parental control, lo suggerisce lo stesso termine inglese, è una forma di controllo che un genitore adotta nei confronti del modo in cui i figli utilizzano i dispositivi digitali, assicurandosi che non ci sia un accesso a contenuti inappropriati per la loro età.
I primissimi strumenti di controllo genitoriale riguardavano blocchi impostabili sui più popolari browser di navigazione (Internet Explorer, Safari, Google Crome, Mozilla Firefox) per evitare che i minori potessero entrare in contatto con qualcosa di potenzialmente pericoloso. Oggi questo tipo di scudo è presente in maniera massiccia su tutti i device, dalle smart tv ai tablet, senza dimenticare gli smartphone, in cui è possible bloccare l'accesso ad alcune App dai contenuti ritenuti non adatti ai più piccoli.
E ora "in risposta alla crescente preoccupazione legata alle pratiche digitali di giovani e giovanissimi", ecco che l'Autorità ha ritenuto di formalizzare un intevento rpecis e preventivo, appunto, con il blocco di Stato.
Vediamo in base a quanto indicato nelle linee guida dell'AGCOM quali sono i contenuti bloccati dal filtro organizzati secondo una serie di categorie. (Fonte Agcom)
Sono gli operatori a dover comunicare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni quali cono le categorie utilizzate per i sistemi di parental control.
E ora potremmo sentirci davvero tutti più tranquilli vedendo i nostri figli con lo smartphone in mano?
La Redazione