La novità più affascinante arriva dai laboratori di ricerca: la fibra ottica cava, o hollow-core fiber. A differenza delle fibre tradizionali, dove la luce si muove all’interno del vetro, in questo caso i fotoni viaggiano quasi interamente nell’aria. Il risultato? Latenza ridotta fino al 30% e perdite di segnale minime.
Questa tecnologia, ancora in fase di sperimentazione avanzata, potrebbe presto diventare lo standard per connessioni che richiedono sincronizzazione istantanea, come il trading ad alta frequenza, i collegamenti tra data center e il cloud distribuito per l’intelligenza artificiale.
Nel campo, invece, della fibra per l’accesso domestico (FTTH), la parola d’ordine è evoluzione. Dopo l’arrivo dell’XGS-PON (10 Giga simmetrici), la prossima tappa si chiama 50G-PON: lo standard approvato dall’ITU (Unione internazionale delle telecomunicazioni) che spinge la velocità fino a 50 Giga al secondo in download e 25/50 Giga in upload.
Per gli operatori, questo significa più capacità e maggiore performanza senza dover sostituire la rete esistente, mentre per gli utenti, si tradurrà in un’esperienza ancora più stabile, pronta per servizi immersivi, streaming in 8K e cloud gaming a latenza zero.
Dietro le quinte della rete globale si sta affermando anche un’altra rivoluzione: le cosiddette ottiche coerenti. Questa tecnologia, già usata nei collegamenti tra data center e dorsali internazionali, permette di trasmettere segnali ottici complessi e ad alta capacità con maggiore efficienza.
Oggi i moduli coherent pluggable da 400G sono realtà, e quelli da 800G stanno diventando lo standard nei nuovi backbone. Il vantaggio è doppio: consumi energetici più bassi e aggiornamenti modulari, senza dover ricablare tutto da zero. Un passaggio cruciale per supportare il traffico generato da AI, cloud e streaming in crescita esponenziale.
Un'altro ambito di ricerca riguarda lo Space-Division Multiplexing (SDM): una tecnologia che permette di trasmettere più flussi ottici paralleli nello stesso cavo grazie a fibre multi-core o few-mode. In pratica, è come aggiungere corsie a un’autostrada senza costruirne una nuova. L’SDM è già in fase di test nei principali progetti di rete transoceanica e rappresenta una delle chiavi per sostenere il traffico dei prossimi decenni senza esplodere i costi infrastrutturali.
Non meno importante è il lavoro invisibile che si fa all’interno dei dispositivi ottici. L'integrazione fotonica, ossia la miniaturizzazione di componenti ottici in chip dedicati, consente moduli più compatti, efficienti e meno costosi. Associata ai nuovi sistemi di gestione software-defined, questa evoluzione permette di orchestrare dinamicamente la capacità della rete, in base al traffico e alle priorità del momento.
Tutta questa innovazione non serve solo ad aumentare la velocità, ma anche a ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale. Le nuove fibre e moduli ottici richiedono meno energia per bit trasmesso, e i sistemi coerenti e fotonici integrati riducono la necessità di apparati attivi lungo la rete. Una connettività più verde, insomma, che va di pari passo con la digitalizzazione sostenibile.
Questi sono solo alcuni esempi della direzione che sta prendendo la fibra ottica, una traiettoria segnata fatta di tante innovazioni complementari che partono dal vetro più puro, passando per la luce che viaggia nell’aria fino alle architetture spaziali e ai chip fotonici intelligenti.
La fibra ottica ha appena iniziato la sua corsa.
La Redazione