Consiglio UE: sulla banda ultra larga meno burocrazia

[mer 13 dicembre 2023]




Modifiche al Gigabit ACT per raggiungere in tempi brevi gli obiettivi di connettività


Prove concrete di digitalizzazione in Europa. Il Consiglio Europeo rivede, modifica e rettifica il Gigabit Infrastructure Act, un pacchetto di disposizioni che gettano la base legislativa per il raggiungimento dei cosiddetto “programma del decennio digitale” approvato lo scorso anno dalle istituzioni europee e fondamentale per la realizzazione di quegli obiettivi di connettività con banda ultra larga che i paesi membri si prefiggono da tempo. 

Il nuovo pacchetto legislativo andrà a sostituire una direttiva della Commissione Europea, addirittura, del 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga decisamente datata. Dieci anni sono al pari di un’era geologica quando si parla di un settore come quello delle Telecomunicazioni in cui l’innovazione, il progresso e il cambiamento corrono veloci e sono continui, se non quotidiani, quasi.  

Uno svecchiamento in tal senso è, dunque, un atto dovuto, tanto che gli stessi stati membri ne sono stati ferventi sostenitori facendo pressioni sugli organi rappresentati dell’Unione affinché si agisse in tal senso. E finalmente l’intervento c’è stato e il Gigabit Act è stato rimodulato tenendo conto delle richieste degli Stati e del traguardo da tagliare: ridurre i costi d’implementazioni e accelerare i roll-out. 

Gli aspetti più innovativi del Gigabit ACT

Tra i vari emendamenti che sono stati accolti nella sua versione rivisitata del Gigabit ACT alcuni acquisiscono una particolare rilevanza alla luce delle richieste mosse dagli Stati membri e accolta dal Consiglio Europeo. Capiamo meglio di cosa si tratta. 

Innanzitutto, la Commissione mira a ridurre i costi per la realizzazione dell’infrastruttura di rete per la banda ultra larga spesso legati a una complessa procedura di permessi e concessione che variano da Stato a Stato e non fanno altro che allungare i tempi e lievitare le spese. 

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A tal proposito il Gigabit ACT nella sua nuova formulazione mira a chiarire i fattori nel calcolo delle condizioni eque di accesso, includere schemi di carve-out per le infrastrutture nazionali critiche e aggiungere l’eccezione di un periodo transitorio per i comuni più piccoli. Tutte operazioni che rispondono alle richieste della Commissione e che concorrono a snellire la burocrazia legata all’implementazione della banda ultra larga in Europa. 

“Con questa decisione, abbiamo compiuto un passo importante per accelerare l’implementazione dell’infrastruttura a banda ultra larga ad alta velocità in tutta l’Ue”. Queste le parole di María González Veracruz, segretario di Stato spagnolo per le telecomunicazioni e le infrastrutture digitali riprese dal Corriere delle Comunicazioni. “Saremo in grado di rispondere efficacemente al crescente bisogno dei nostri cittadini e delle nostre imprese di accedere a reti con una capacità molto più elevata.”

La Redazione


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