Ieri Donald Trump ha giurato ed è diventato il 47esimo Presidente degli Stati Uniti d'America (per la seconda volta). Il destino ha voluto che ieri fosse lunedì, e il terzo lunedì di gennaio in America è il Martin Luther King Jr. Day, il giorno in cui si ricorda l'uomo simbolo dei diritti civili, nato il 15 gennaio del 1929 e assassinato il 4 aprile del 1968 a Memphis. A volte la sorte può essere davvero beffarda, unendo simbolicamente nello stesso giorno, per uno strano scherzo del caso, due personalità così diametralmente opposte.
Fatto sta che, tra promesse di deportazioni, di annessione di canali, di cambi toponomastici, il tutto corredato dal saluto romano del suo amatisissimo partner economico, e di qui a breve anche politico, (dirigerà il dipartimento per l'efficienza governativa) Elon Musk che, così, ha ringraziato i sostenitori dal palco di Whashington, sul ban nei confronti di TikTok, Trump ha glissato. O meglio ha rimandato con un'azione esecutiva firmata di suo pugno che concede a ByteDance, la società cinese proprietaria dell'app, il cui CEO era presente alla cerimonia, 75 giorni di deroga per muoversi nella giusta direzione ed evitare il ban definitivo.
Sì, perché per alcune ore (14 in tutto) tra la sera di sabato e la giornata di domenica, TikTok, come annunciato in precedenza, non era raggiungibile dai possessori di un account, nè tantomeno scaricabile da chi volesse entrare nella piattaforma per la prima volta. Poi, tutto è tornato alla normalità. Un dietrofront? Non proprio, semplicemente la volontà di vederci chiaro nella questione come si evince dal documento firmato dal neoinsediato Presidente USA.
L'azione esecutiva, in sostanza, ordina al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di non applicare il Foreign Adversary Controlled Applications Act, approvato con ampio sostegno bipartisan al Congresso e firmato nell'aprile scorso dall'ormai ex Presidente Joe Biden. La legge richiedeva, appunto, che a partire dal 19 gennaio, TikTok fosse vietato negli Stati Uniti a meno che non venisse venduto a un acquirente americano o a uno dei suoi alleati.
"La sfortunata tempistica della sezione 2(a) dell'Atto, un giorno prima che assumessi l'incarico di 47° Presidente degli Stati Uniti, interferisce con la mia capacità di valutare le implicazioni di politica estera e sicurezza nazionale dei divieti dell'Atto prima che entrino in vigore",- si legge nel documento - "Questa tempistica interferisce anche con la mia capacità di negoziare una risoluzione per evitare una brusca chiusura della piattaforma TikTok, affrontando al contempo le preoccupazioni per la sicurezza nazionale".
E così TikTok, spento per alcune ore, è tornato a vivere e ha ripristinato l'accesso per gli utenti americani domenica a mezzogiorno. "Ringraziamo il Presidente Trump per aver fornito la necessaria chiarezza e garanzia ai nostri fornitori di servizi che non subiranno alcuna sanzione fornendo TikTok"- ha scrittoTikTok in una dichiarazione ufficiale pubblicata proprio nella giornata. "Lavoreremo con il Presidente Trump per una soluzione a lungo termine che mantenga TikTok negli Stati Uniti".
Tutto è ancora in ballo, quindi, e di certo la risoluzione della questione potrebbe presentare non poche insidie.
La Redazione